Le mie riflessioni

Alla ricerca della felicità
Il tema della felicità ha da sempre appassionato l’umanità: scrittori, poeti, filosofi, persone comuni, ognuno si è trovato a pensare, a cercare di descrivere questo stato di grazia.
Probabilmente la maggior parte di noi non ha bisogno di una definizione formale di felicità, perchè sa perfettamente che con questo termine intendiamo descrivere una gamma di emozioni positive come la gioia, la gratitudine, l’orgoglio la soddisfazione.
Secondo i ricercatori moderni chi è felice ha meno probabilità di ammalarsi e vive più a lungo. Riesce a stabilire relazioni sentimentali e di amicizie più durature, facilmente guadagnano più soldi in quanto sono più produttivi sul lavoro e affrontano meglio lo stress e i traumi.
Ma in che modo è possibile raggiungere questo stato di benessere emotivo?
Nel corso dei secoli filosofi, poeti e scrittori hanno cercato di esprime il loro parere. Socrate per esempio (vissuto nel V secolo a.c.) che era una persona molto semplice, riteneva che per essere felici era necessario vivere senza avere bisogni. Era più interessato ai beni spirituali che a quelli materiali. In effetti come dargli torto: ancora oggi siamo portati a cercare la felicità nei beni materiali e a pensare di essere infelici quando non li abbiamo.
In tempi moderni è Osho invece, (leader carismatico e maestro spirituale indiano) a ritenere la felicità un fenomeno universale che non ha niente di speciale, è semplicemente uno stato dell’essere, mentre è l’infelicità a rendere una persona speciale e straordinaria. L’infelicità infatti, ti rende capace di attirare l’attenzione degli altri. Ogni volta che ti senti infelice gli altri si prendono cura di te, provano simpatia per te, ti amano. Al contrario se sei felice gli altri sono gelosi di te. E così l’umanità resta ancorata all’infelicità e difficilmente se ne libera.
Potremmo andare avanti per ore elencando il punto di vista di filosofi, poeti letterati ma a questo punto invece, inizio a pormi delle domande: La felicità è qualcosa che scegliamo noi di vivere? Possiamo essere felici anche in un mare di problemi?
Recenti studi indicano che siamo noi a scegliere di essere felici o infelici, è una nostra prerogativa, una nostra scelta. Siamo noi a creare l’inferno e il paradiso nella nostra vita a seconda di come ci poniamo ed affrontiamo le difficoltà e i problemi. Tutto dipende dal nostro modo di interpretare gli eventi. Le persone felici non sono esenti da problemi, malattie, difficoltà economiche, non sono alieni ma persone comuni. Hanno semplicemente scelto la felicità e tutti possiamo iniziare ad essere felici in qualsiasi momento della nostra vita. Vi chiederete come?

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-Innanzitutto bisogna amare se stessi.
Impariamo ad ascoltarci e gratificarci. Amarci vuol dire anche porre dei limiti e dire no quando occorre. Non bisogna sempre sacrificarsi e sottostare, questo non è amore.

– Facciamo delle scelte consapevoli e responsabili. Assumiamoci la piena responsabilità della nostra vita, non deleghiamo ad altri o peggio ancora, non lasciamo che altri scelgano al posto nostro. Dobbiamo essere artefici della nostra vita.

-Impariamo ad amare ed apprezzare la nostra vita ogni giorno. L’animo umano ha la tendenza a ricordare le esperienze negative e dimenticare quelle positive.Tuttavia grazie a una funzione chiamata neuroplasticità è possibile addestrare il nostro animo ad essere più felice. Ci saranno sicuramente cose che ci avranno resi felici o rallegrato durante la giornata, bene apprezziamole. Allo stesso modo però, cerchiamo di apprezzare gli eventi negativi ricordando che anche loro hanno un valore, anche loro ci insegnano qualcosa. Inoltre gli studi suggeriscono che mettere in primo piano il positivo, ci aiuterà a guarire traumi passati.

-Iniziamo se è possibile a praticare la meditazione. Attività che promuovono la meditazione come lo yoga, Tai Chi, o di riflessione spirituale in realtà modificano una parte del cervello chiamata insula, che è coinvolto nelle nostre esperienze di empatia. Sviluppare i muscoli dell’empatia vi aiuterà a vivere una vita più felice.

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-Pratica la gratitudine attiva. Una moltitudine di ricerche confermano che la gratitudine è un bene per noi stessi: riduce l’ansia e la depressione, aiuta a diventare più positivi, rafforza i rapporti con gli altri e incoraggia la compassione. Inoltre è stato dimostrato che aumenta le sensazioni di felicità.

Con questi piccoli suggerimenti non ti chiedo di essere ogni giorno ottimista, so perfettamente che la vita a volte ci mette a dura prova, ti chiedo semplicemente di provarci. Inizia a pensare positivo. Si creatore della tua vita. Sperimenta, vivi, poniti obiettivi raggiungibili. Ogni giorno cerca di gratificare te stesso e chi è al tuo fianco e vedrai che lentamente una nuova realtà prenderà vita. Ricordati che tutto ciò di qui hai bisogno è già dentro te. Nasciamo senza niente e moriamo senza niente ma nel frattempo viviamo cercando di accumulare ricchezze e tesori che non servono a nulla non saranno mai in grado di appagarci e renderci felici. Sposta la tua attenzione da fuori a dentro e vedrai che troverai risposte alle tue domande.

Olga Tommasecchia.

 

Chi sono gli autistici spiritualmente? Quali anime incarnano i loro corpi?

Premetto che sono semplicemente una donna incline alla ricerca spirituale e all’introspezione, mamma di tre maschi il primo dei quali diciasettenne autistico, verbale e ad alto funzionamento. Specifico cio’ non per etichettare, ma nel mondo della dualità a cui apparteniamo abbiamo ancora bisogno di dare un nome a tutto ciò che ci circonda. Siamo ancora poco abituati a guardare e rispettare l’altro per quello che è.. Un’ anima che percorre il suo cammino su questa terra, aldilà della sua apparente diversità.

Mio figlio nasce verbale per poi ‘improvvisamente’ regredire e su quell’improvvisamente avrei tanto da dire ma mi fermo qui, perchè in questo momento mi preme inquadrare l’aspetto spirituale, piuttosto che i fattori ambientali che contribuiscono o determinano questo fenomeno.
Dai due anni fino ai sei resta non verbale, ma vi posso assicurare che il nostro dialogo non è mai cessato, aveva solo cambiato forma e modalità e molti genitori sanno cosa voglio dire. Gesti, sguardi, emozioni, silenzi, sono molte le cose che parlano al posto delle parole. Proprio questo percorso al suo fianco, peraltro abbastanza difficile, mi ha aperto le porte di un mondo, che quella che definiamo ‘normalità’, non mi avrebbe aperto mai.
Le prima fasi della mia ricerca mi portarono ad imbattermi in quelli che vengono definiti bambini Indaco e bambini Cristallo, bambini con vibrazioni superiori che rispecchiano l’evoluzione spirituale della nostra specie, venuti qui per mostrarci il cammino e alzare le frequenze.

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Si dice che gli Indaco abbiano iniziato ad incarnarsi sulla terra negli ultimi 100 anni, ma che sono iniziati a giungere in maniera massiccia dagli anni 70′ in poi. I primi, i pioneri, sono i cosidetti ‘apripista’, hanno spianato la strada a quelli quelli successivi detti bambini cristallo.
Il seguente estratto descrive la differenza fra Bambini Indaco e Cristallo. E’ tratto dall’articolo “Bambini Indaco e Cristallo” di Doreen Virtue:

“La prima cosa che la maggior parte della gente nota nei Bambini Cristallo sono i loro occhi, grandi, penetranti e saggi al di là della loro età. I loro occhi vi incantano e vi ipnotizzano, mentre vi rendete conto che la vostra anima viene messa a nudo, affinché il bambino possa vederla. Forse avete notato questa nuova “razza” speciale di bambini che sta rapidamente popolando il nostro pianeta. Sono felici, deliziosi e inclini al perdono. Questa generazione di nuovi Lavoratori di Luce ha un’età compresa tra 0 a 7 anni, ed è diversa da tutte le altre generazioni precedenti. Ideali in molti modi, essi sono coloro che indicano ciò verso cui l’umanità si sta dirigendo… ed è una buona direzione!

I bambini più grandi (approssimativamente di età dai 7 ai 25 anni), chiamati “Bambini Indaco”, condividono alcune caratteristiche con i Bambini Cristallo. Entrambe le generazioni sono molto sensibili e sensitive, ed hanno propositi di vita importanti. La differenza principale è il loro temperamento. Gli Indaco hanno uno spirito guerriero, poiché il loro proposito collettivo è di spazzare via tutti i vecchi sistemi che non ci servono più. Essi sono qui per sovvertire i sistemi legali, educativi e governativi che mancano d’integrità. Per adempiere a questo fine, hanno bisogno di un carattere forte e di una fiera determinazione.

Gli adulti che resistono al cambiamento e che danno importanza al conformismo possono fraintendere gli Indaco. Essi vengono spesso etichettati con diagnosi psichiatriche di Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD= Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o Disturbo da Deficit dell’Attenzione (ADD=Attention Deficit Disorder). Purtroppo, se curati in tal senso, spesso gli Indaco perdono la loro meravigliosa sensibilità, i doni spirituali e l’energia combattiva… Al contrario, i Bambini Cristallo sono deliziosi e tranquilli. Occasionalmente possono avere degli attacchi d’ira, ma questi bambini sono molto comprensivi e accomodanti.
I Bambini Indaco inoltre percepiscono la disonestà, come un cane percepisce la paura. Gli Indaco capiscono quando una persona mente, quando vengono trattati con condiscendenza o manipolati. E poiché il loro proposito collettivo è quello di introdurci in un nuovo mondo d’integrità, il loro sistema di rilevazione di menzogne è integrale. Come sopra menzionato, lo spirito guerriero fa paura a molti adulti e gli Indaco non sono in grado di conformarsi a situazioni destabilizzanti a casa, al lavoro o a scuola. Non hanno la capacità di dissociarsi dalle loro sensazioni e far finta che vada tutto bene… a meno che non siano sedati o trattati farmacologicamente.
E proprio sui bambini Indaco che soffermerò la mia attenzione. In effetti tanti sono gli elementi che accomunano le caratteristiche degli Indaco a quelle degli autistici, anche se come metro di misura utilizzerò la personalità di mio figlio. Guerriero determinato e potente, poco incline o per niente incline alle regole della nostra società, troppo rigide per il suo schema mentale. Difficoltà ad adattarsi alla società, alla scuola (quest’ultima a mio avviso non più adatta neppure a bimbi definiti normodotati), troppo rigida e conformista, che ha come scopo quello di omologare le menti, uniformare i pensieri piuttosto che educare ossia tirar fuori ciò che ognuno è, un essere unico e speciale. Proprio per questo in questi ambienti si combattono quotidianamente grandi battaglie e questo i genitori degli autistici lo sanno bene. L’incapacità della società di integrarli come parte di essa e non considerarli un mondo a parte, provoca grandi contrasti. L’integrazione esiste solo sulle carte, forse come termine, ma nella realtà ancora non vengono integrati, accettati e rispettati nella loro unicità.
Dotati di una spiccata sensibilità verso tutto ciò che li circonda e ‘un’intelligenza emotiva’ capace di percepire le emozioni di chi è al loro fianco, tanto da destabilizzarli.
Una spiccata ipersensibilità all’ambiente che li circonda, spesso non sopportano rumori o luci troppo forti o non riescono a modulare il tono della loro voce che risulta essere o troppo alta o troppo bassa.
Sinceri come poche persone a questo mondo. Sono senza filtri, se verbali dicono ciò che pensano senza remore. Sono Veri…Leali…Sinceri…
Questi bambini sono degni di meraviglia, non di etichette di disfunzione. Se c’è qualcosa di disfunzionale, sono i sistemi che non si adattano alla continua evoluzione della specie umana. Se disonoriamo i bambini con etichette, o li sediamo per sottometterli, avremo minato le basi di un dono mandato dal cielo. Annienteremo una civiltà prima che abbia il tempo di mettere radici. Per fortuna, esistono molte soluzioni ed alternative positive e lo stesso cielo che ci ha mandato i Bambini Cristallo aiuterà quelli di noi che dovranno proteggere questi bambini… “
Anche i doni spirituali innati dei Bambini Cristallo vengono fraintesi. Nella fattispecie, le loro capacità telepatiche che li portano ad un uso tardivo della parola.
Nel nuovo mondo che gli Indaco stanno introducendo,a livello intuitivo saremo tutti molto più consapevoli dei nostri pensieri e sensazioni. Non faremo più molto affidamento sulla parola scritta o orale. La comunicazione sarà più veloce, più diretta e più onesta, poiché sarà da mente a mente.

Inoltre appartenendo a una vibrazione superiore sono spesso intolleranti al nostro cibo. Apportare accorgimenti o modifiche alla loro alimentazione li aiuterà sicuramente.

 

In grandi linee queste sono le caratteristiche delle nuove anime che stanno popolando la terra anche se poi ognuna di loro ha il suo percorso e la sua storia, per cui diventa difficile generalizzare. Alcune di loro infatti, si sono isolate per l’incapacità di inserirsi nel contesto che le circonda, altre hanno ricevuto molti dolori e attacchi e per proteggersi si sono ritirate in se stesse come in un bozzolo. Altre ancora provengono da altri mondi e non capiscono come si rapportano gli esseri umani, fanno fatica a integrarsi e hanno altre modalità di rapportarsi e comunicare.
Le modalità con cui queste anime vengono accolte inoltre, variano da cultura a cultura e se qui in occidente vengono trattati come malati mentali da curare, nella cultura sciamanica invece, presso il popolo Dagara per esempio, li considerano una “buona notizia dall’altro mondo”.

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La persona che sta attraversando la crisi è stata infatti scelta come mezzo per comunicare un messaggio alla comunità dal regno dello spirito. Simboleggia in pratica la ‘nascita di un guaritore’.
“Disturbi mentali e disturbi comportamentali di ogni tipo sono tutti segni che due energie incompatibili si sono fuse nello stesso campo,” dice il Dott. Somé, sciamano del popolo Dagara. Questi disturbi si verificano quando la persona non viene assistita nel rapportarsi con la presenza dell’energia del regno dello spirito.
Nella tradizione Dagara la comunità aiuta la persona a conciliare le energie di entrambi i mondi, in questo modo è in grado di essere un ponte tra i mondi e aiutare gli altri con le informazioni e le guarigioni di cui hanno bisogno.
La crisi spirituale si conclude con la nascita di un nuovo guaritore.

In occidente invece l’attenzione ai sintomi è basata sulla patologia, sull’idea che quella condizione è un qualcosa che deve essere fermata.
Noi occidentali non siamo educati ad affrontare e riconoscere l’esistenza di fenomeni psichici, di un mondo spirituale. In effetti le abilità psichiche sono quasi denigrate.
Quando le energie del mondo spirituale emergono in una psiche occidentale, l’individuo è completamente incapace di integrarle o anche soltanto di riconoscere cosa sta accadendo. Il risultato è tremendo: senza il giusto contesto e assistenza nei rapporti con un altro livello di realtà la persona è considerata folle.
Il dosaggio pesante di farmaci anti-psicotici aggrava poi il problema e impedisce l’integrazione delle due energie che potrebbe portare allo sviluppo dell’anima e alla crescita dell’individuo che ha ricevuto queste energie.

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Il dott. Somè sostiene inoltre che La cultura occidentale ha sempre ignorato la nascita di un guaritore, di conseguenza, ci sarà una tendenza dall’altro mondo a continuare a provare con quante più persone possibile, nel tentativo di attirare l’attenzione di qualcuno.”
Con il passare degli anni infatti il numero dei bambini nello spettro autistico è aumentato in maniera esponenziale e il loro messaggio sembra dire: è arrivata l’ora di cambiare!

 

Si può credere o non credere in un mondo degli spiriti o nel fatto che siamo fatti di energia ma valutare anche questo aspetto ci da la possibilità di uscire fuori dai soliti schemi materialistici e valutare l’uomo nella sua interezza. Quanto meno ci offre spunti di riflessione… In un mondo dove tutto è collegato all’interesse, al guadagno e chi non produce viene relegato ai margini della società, lasciato a lottare per affermare la propria dignità, ricordarsi che siamo tutte anime in cammino, accorcia le distanze, abbatte ogni muro…

Olga Tommasecchia

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